Scuole sicure: come prevenire il Covid in aula

Scuole sicure: come prevenire il Covid in aula

Marco D. è il dirigente scolastico di un importante istituto di istruzione superiore emiliano-romagnolo.

Quello del “preside” è un ruolo molto cambiato negli ultimi anni perché la pandemia - tra quarantene, Dad e Green Pass - ha radicalmente modificato mansioni e responsabilità.

E così, se fino a qualche anno fa, i dirigenti scolastici pensavano in particolare alla didattica, con l’avvento del Covid, la preoccupazione principale è diventata la sicurezza. Con lui abbiamo parlato delle nuove normative ministeriali e, tra incognite e incertezze, delle difficoltà ad applicare tutti i protocolli sanitari legati al mondo scolastico.

Dottore, tempi duri per i presidi…
“Tempi durissimi perché il concetto di sicurezza, negli ultimi 2 anni, si è ampliato a dismisura. Una volta avevamo al massimo a che fare con la legge antincendio, oggi dobbiamo districarci nel dedalo di norme legate alla prevenzione logistica del Covid. E non sempre gli input che ci arrivano sono chiari e, soprattutto, applicabili…”.

Qual è la difficoltà più grande?

“La pandemia è un fenomeno inedito anche per la scuola. Avremmo bisogno di regole chiare e, invece, l’impianto normativo è sempre working in progress e, troppo spesso, nebuloso e contraddittorio. Dunque anche noi navighiamo a vista”.

Più facile la Dad allora?

“Una volta risolto il digital-divide la Dad, sul piano logistico, è molto più facile da organizzare. Ma la scuola, per definizione, è soprattutto relazioni e dunque ben vengano le lezioni in aula”.

La scuola italiana è pronta?

“La scuola sì, ma la pandemia si argina con un ‘gioco di squadra” e la scuola, piaccia o no, è solo un anello di questa filiera. I problemi dei trasporti, ad esempio, sono reali. Vedo i pullman che scaricano i ragazzi davanti all’istituto e spesso mi chiedo che senso ha, una volta entrati in classe, applicare il distanziamento interpersonale”.

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Nel vostro istituto le lezioni si svolgono con le finestre aperte?

“Non sempre. Del resto, le indicazioni a riguardo lasciano un margine di discrezionalità. Il CTS ha confermato la necessità di assicurare il rispetto delle ordinarie misure di aerazione dei locali e della sanificazione quotidiana di tutti gli ambienti. Dunque è sempre necessario garantire un adeguato ricambio d'aria nei luoghi di permanenza di alunni e personale, ma lo stesso CTS invita anche a tenere conto delle dimensioni e dell’ampiezza di ambienti e spazi, del numero di fruitori presenti e delle condizioni climatiche esterne”.

Le mascherine invece?

“Sono obbligatorie per tutti con l’eccezione dei soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie”.

In che modo state prevenendo l’emergenza pandemica?
“Al di là della riorganizzazione degli spazi e dei tempi di utilizzo delle aree comuni, abbiamo utilizzato le risorse messe a disposizione dal primo e dal secondo “Decreto Sostegni” per l’acquisto di beni e servizi per fronteggiare l’emergenza”.

Che genere di beni?

“Oltre ai termoscanner ad infrarossi, abbiamo acquistato anche colonnine con dispencer per la sanificazione delle mani, disinfettanti e gel igienizzanti, divisori in plexiglass e cartellonistica”.

Avete acquisto purificatori dell’aria?

“Li abbiamo presi in considerazione ma, valutando i costi piuttosto elevati, siamo in attesa di un parere più qualificato da parte degli organi ministeriali”.

Come vi siete organizzati con il Green Pass?

“La legge, come noto, prevede l’obbligo, per tutto il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione, del possesso e dell’esibizione della certificazione verde COVID-19. La verifica delle certificazioni verdi viene effettuata mediante l’utilizzo dell’app “VerificaC19”, dunque noi, come la maggior parte delle scuole italiane, abbiamo acquistato un lettore di QR-Code e nominato un addetto”.


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